martedì 23 dicembre 2014

La strada del mare

Almeno 3.419 persone vi hanno perso la vita. Donne, uomini e bambini che fuggono dagli schermi televisivi. Evadono le cronache invisibili dei conflitti armati. Rischiano l'altrove nel mare. E' questa la  strada più mortale del mondo. 
Fanno 3.419 da gennaio fino a natale che si allontana come può. Speriamo che l'anno finisca prima. Per qualche giorno si fermerà il conteggio. Il rapporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati la chiama così. Una strada che oltre duecentomila persone hanno percorso quest’anno.
La strada del mare è anticipata da quella del deserto. Camion, fuoristrada, ostelli precari e pozzi d’acqua ormai seccati. Si incontrano a gruppi o abbandonati al loro destino dai trafficanti. Mancano agli appelli e le sepolture sono accidentali. Il Sahel è l’altra strada dei viandanti. Se non sai dove andare almeno puoi dire da dove vieni. Bel proverbio, dicono, solo che ha smesso di funzionare da tempo...
In Israele la terra è promessa fino a un certo punto e non per tutti. A centinaia i migranti sono stati espulsi, deportati e sfruttati. Diverse migliaia sono detenuti senza poter presentare nessuna domanda d’asilo. C’era una volta l’ospitalità. Il ricordo non cancellato di antiche erranze. Nostro padre era un arameo. L’Egitto è tornato in Israele per traversare il mare dei giunchi. I perseguitati di allora sono adesso aguzzini. La Palestina è una cavia da laboratorio. Lo chiamano controllo globale che in quella zona fa prove di orchestra. Un braccio di mare li separa dall’Europa dei diritti affossati nel nulla. Sudanesi e Eritrei che della regina di Saba e del suo oro erano i portatori. Stranieri si diventa a seconda delle circostanze e dei confini creati dalla politica. La strada di mare porta fino a Gaza dove è difficile pescare come prima. Non oltre i cinque kilometri a causa del blocco marittimo. Dio vide che quanto aveva fatto era molto buono. Da allora non smette di rimediare a suo modo.
Anche quest’anno il 18 dicembre si celebra la giornata mondiale delle migrazioni. Il diritto a partire e quello a rimanere non sono uguali. Viaggiano bene le mercanzie e non parliamo dei capitali. Le armi poi si spostano in prima classe senza prenotazione. Gli umani sono controllati a seconda della carta di credito. Viaggiano scortati dalla paura di non farcela neppure stavolta. 
La strada del mare è solcata da petroliere e da navi containers sempre più capienti. Gli equipaggi sono come zavorra scambiabile in cambio di più docili ostaggi. I migranti sono oltre 240 milioni e la maggior parte transita dal Sud del mondo. Ciò che li divide dall’altro mondo è giusto un braccio di mare. Quello che hanno passato eritrei e siriani che fuggono la guerra. 
E allora prendono la strada del mare.

Mauro Armanino, missionario a Niamey, Niger
Dicembre 2014 

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